Approvata risoluzione del Pe per un’Agenda europea per le zone montane, rurali e remote

Come per quelle urbane, richiesto un percorso per rendere le aree marginali dell’Ue più attraenti. La SNAI potrebbe essere modello da seguire

Un’agenda specifica per declinare le politiche comuni europee - quali quelle per la tutela dell’ambiente, la creazione di sviluppo e occupazione e la digitalizzazione - in linea con le esigenze dei territori montani, rurali e periferici. Questo l’obiettivo della risoluzione approvata nella plenaria del Parlamento europeo (Pe) del 3 ottobre scorso. Il rilancio delle zone geograficamente svantaggiate, che rappresentano l’80% del territorio europeo in cui abitano il 20 % dei cittadini Ue, dovrà rappresentare un target della politica di coesione e una  priorità di spesa dei fondi strutturali post 2020. Così come è stato fatto per l’agenda urbana, la risoluzione dell’Eurocamera chiede alla Commissione europea di mettere a punto un percorso per rendere le zone periferiche più attraenti attraverso politiche settoriali di intervento. In Italia dal 2014 la Strategia nazionale aree interne (SNAI) punta a contrastare spopolamento e marginalità dei territori più remoti del Paese, che rappresentano il 60% della superficie nazionale, il 52% dei Comuni, il 22% della popolazione. Proprio in virtù di questi numeri la SNAI ha selezionato, in tutto il Paese, 72 aree in cui vivono 2.072.718 abitanti per un totale di 1.077 comuni. Il 62% degli abitanti delle aree progetto vive in aree classificate come “periferiche” o “ultra-periferiche”, ovvero che distano almeno 40 minuti da centri di riferimento per l’accesso ai servizi essenziali. Una sorta di laboratorio in cui sperimentare un modello di sviluppo basato sulla partecipazione delle comunità locali in grado di rimuovere gli ostacoli che ne determinano la marginalità, in primo luogo la carenza dei servizi di cittadinanza, da esportare su tutto il territorio italiano.  Intanto la ministra per il Sud e la Coesione territoriale Barbara Lezzi ha annunciato la costituzione di una cabina di regia tra governo, regioni, enti locali e comunità montane per la programmazione dei fondi strutturali 2021-2027 dei fondi strutturali in grado di rappresentare le diverse specificità nazionali.