‘E una strategia che fa dell’integrazione il suo punto di forza”. Queste parole di Gerardo Cardillo del Comitato tecnico aree interne (CTAI), potrebbero restituire, in estrema sintesi, la fotografia del comprensorio marchigiano Basso Pesarese Anconetano (BPA) impegnato nell’attuazione della Strategia nazionale aree interne (SNAI).
Un’immagine emersa nel corso di un confronto in videoconferenza organizzato nell’ambito del progetto del DFP “La Strategia nazionale per le aree interne e i nuovi assetti istituzionali” attuato dal Formez PA che, per le aree che hanno già sottoscritto gli Accordi di Programma Quadro (APQ), ha avviato un’analisi sull’operatività del requisito associativo e sui modelli di governance per l’attuazione delle relative strategie.
L’obiettivo è quello di individuare eventuali criticità per le quali fornire supporto, ma anche soluzioni da poter strutturare come modelli, anche quando sono state frutto di adattamenti in corso d’opera, da adattare alle altre aree SNAI.
Presenti all’incontro anche il coordinatore del CTAI Francesco Monaco, gli esperti del Formez capeggiati dalla responsabile del progetto Clelia Fusco, rappresentanti dell’Agenzia per la Coesione territoriale (ACT). L’area è stata rappresentata dal sindaco del comune capofila Cagli, Alberto Alessandri presidente anche dell’Unione montana “Catria e Nerone”, da Gianluca Cespuglio responsabile SNAI dell’Unione Montana “Catria e Nerone”, da Angela Magionami responsabile SNAI della Regione Marche.
L’area, in ambito SNAI, ha scelto di associare catasto, edilizia scolastica, servizi informativi, trasporto pubblico locale. Nel disegno associativo emerge il ruolo significativo dell’Unione montana “Catria e Nerone”, che associa 6 dei 9 comuni del comprensorio, come soggetto chiave nell’elaborazione e attuazione della strategia.
“La SNAI è nata da zero e per questo ha avuto un percorso abbastanza difficile – ha detto il sindaco di Cagli– perché non è facile associare piccoli paesi come i nostri e far perdere ai sindaci l’attaccamento ai propri campanili, ma giorno dopo giorno abbiamo preso coscienza della sua importanza”. Alessandri ha parlato del concetto filosofico posto alla base di questo percorso, la partecipazione per rendere il territorio una sorta “di città diffusa”, per passare poi a livelli più concreti anche dal punto di vista economico che, se ben interpretati, potrebbero aprire la strada ad altri investimenti da parte di Regione e Stato. Difficoltà quindi, anche per mancanza di strutture adeguate, compensate però dai tanti interventi messi in campo grazie al metodo SNAI, che ha consentito di sperimentare modalità di lavoro integrato fra comuni che comincia a essere recepito anche dai cittadini. Nervo scoperto, per Alessandri, i tagli sulle risorse ordinarie che lo Stato continua ad apportare in questi territori e che spesso vanificano gli sforzi della strategia di potenziarne i servizi. Osservazione raccolta da Francesco Monaco che si è impegnato a rappresentare la situazione ai ministri competenti.
Fra gli effetti positivi della SNAI Gianluca Cespuglio ha citato una dinamicità trasmessa al territorio che ha accelerato altre gestioni associate partite prima della SNAI. Fra queste l’apertura delle biblioteche che nel 2012 erano tutte inattive mentre ora, grazie al nuovo modello di cooperazione tra amministrazioni, sono state riaperte in tutti i comuni aderenti all’Unione Montana svolgendo un’importante funzione di aggregazione sociale. Un’altra punta di diamante è l’informatizzazione dei procedimenti anche con l’utilizzo di risorse umane dedicate e l’acquisto di specifiche linee in attesa della banda larga.
Una strategia che va avanti quella del BPA, rivista laddove necessario, in cui i soggetti coinvolti hanno idee ben chiare, con tutte le convenzioni sottoscritte operative e ben strutturata sul fronte della governance. Un disegno complesso gestito attraverso un tavolo che riunisce periodicamente i primi cittadini, finalizzato a ottimizzare tutte le risorse a disposizione, non solo quelle della SNAI. Formalizzato anche un altro tavolo di lavoro, di supporto, che si arricchisce delle professionalità via via necessarie per integrare i diversi interventi. Un modello organizzativo e gestionale efficiente supportato anche dalla Regione che monitora regolarmente la fase attuativa.
“Qui si avverte che le cose vanno avanti – ha detto Monaco – ci sono i problemi e ritardi, ma molti di più sono i successi”. Il coordinatore del CTAI ha sollecitato a raccontare quello che la Strategia sta facendo, che viene sotto rappresentato. Una buona pratica su tutti i fronti. Su quello dell’associazionismo i comuni sono riusciti a migliorare la qualità dei servizi malgrado i grandi problemi di strutturazione dell’amministrazione e di personale.
Come accaduto per le altre aree progetto fin qui esaminate, anche i referenti del BPA hanno guardato con grande interesse al confronto con gli esperti, in grado di fare il punto anche su eventuali fabbisogni di supporto e hanno chiesto di creare nuove occasioni di incontro nel prossimo futuro.
Basso pesarese anconetano, confronto sull’andamento delle gestioni associate SNAI
Per Francesco Monaco l’area pilota marchigiana, malgrado ritardi e problemi, si connota come buona pratica sul fronte associativo per la sua capacità di integrare risorse e soggetti
Progetto di riferimento: