La proposta di direttiva riguarda i cittadini di paesi terzi che entrano negli Stati membri per esercitare un lavoro stagionale nel territorio dell’UE sulla base di uno o più contratti a tempo determinato conclusi direttamente tra il cittadino del paese terzo e il datore di lavoro stabilito in uno Stato membro.
La proposta introduce una procedura speciale per l'ingresso e il soggiorno dei lavoratori stagionali cittadini di paesi terzi e ne definisce i diritti, e prevede nel contempo incentivi alla migrazione circolare per impedire che il soggiorno temporaneo diventi permanente.
In particolare la proposta:
- stabilisce una procedura semplificata per l'ammissione di lavoratori stagionali cittadini di paesi terzi, sulla base di definizioni e criteri comuni, come l'esistenza di un contratto di lavoro o di un'offerta vincolante di lavoro che specifichi la retribuzione;
- fissa un periodo standard di soggiorno per lavoro stagionale nell’UE (sei mesi per anno di calendario);
- prevede un permesso di lavoro multistagionale di tre anni o una procedura di reingresso agevolata per le stagioni successive;
- definisce le disposizioni giuridiche applicabili alle condizioni di lavoro dei lavoratori stagionali;
- riconosce ai lavoratori stagionali un trattamento uguale a quello riservato ai cittadini degli Stati membri in determinati settori (libertà di associazione e di adesione a organizzazioni di lavoratori, sistemi di sicurezza sociale, pagamento delle pensioni legali, accesso a beni e servizi, ecc.);
- lascia agli Stati membri la facoltà di esaminare la situazione dei loro mercati del lavoro per decidere le quote di ammissione dei lavoratori stagionali; la proposta non dà luogo a un diritto di ammissione.
La proposta fa parte di un pacchetto globale di misure, proposto nell’ambito del piano d’azione sull’immigrazione legale del 2005 e approvato dal programma di Stoccolma che il Consiglio europeo ha adottato nel dicembre 2009. Nell’Unione europea si conferma un fabbisogno strutturale di manodopera stagionale; si ritiene infatti che la disponibilità di lavoratori dell’Unione in questo settore andrà viepiù calando. Una politica ben organizzata in materia di immigrazione legale continuerà pertanto a svolgere un ruolo importante nell’ovviare alle carenze di manodopera e raccogliere le future sfide demografiche cui l’Unione dovrà far fronte.
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