Una quota maggiore, pari almeno al 4% dell’intera dotazione del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) dovrebbe essere utilizzata per ripopolare le aree interne. Lo ha chiesto il presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, alla ministra per i Sud, Barbara Lezzi, nel corso dell’incontro con gli enti locali sul bilancio Ue e la politica di coesione post 2020. E’ stato illustrato lo stato del negoziato con Commissione e Parlamento europei sui regolamenti dei fondi strutturali e di investimento europei (SIE) riferiti al periodo di programmazione 2017-2027 e avviata una cabina di regia, formata da Governo regioni e comuni, per elaborare una proposta condivisa da presentare a Bruxelles. Il Fesr contribuisce a rafforzare la coesione eliminando le disparità regionali dell’Unione attraverso interventi di sviluppo sostenibile e l’adeguamento strutturale delle economie regionali. Sulla base dello specifico regolamento, il Fondo tiene conto anche delle specificità territoriali. Almeno il 5% delle risorse in dotazione deve essere indirizzata al superamento delle criticità delle aree urbane mediante le «azioni integrate» gestite dalle città. Le aree svantaggiate dal punto di vista geografico (isolate, montagnose o scarsamente popolate) ricevono un trattamento particolare, analogamente alle aree più periferiche. Nelle proposte presentate alla ministra Lezzi, Decaro ha affermato che “anche apprezzando l’aumento della risorse Fesr per gli interventi di sviluppo urbano sostenibile dal 5% al 6%, la quota dovrebbe essere portata al 10 e una riserva, di almeno il 4%, dovrebbe essere destinata a finanziare gli interventi che contrastino lo spopolamento delle aree interne”.
Decaro: “Più risorse contro lo spopolamento delle aree interne”
Il presidente dell’ANCI lo ha proposto alla ministra per il Sud nell’incontro sui fondi strutturali post 2020
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