Disuguaglianze territoriali, i sentieri da seguire

Il Ministro Provenzano: "Ecco perché rilanceremo la Strategia nazionale per le aree interne"

 
 
Come arginare - non dico eliminare - il fenomeno dello spopolamento?” chiede alla sala il capofila dell’area interna “Basso Sangro Trigno”.  A parlare è Antonio Tamburrino, in passato riconfermato sindaco di Pizzoferrato (Chieti) per ben quattro mandati. La sala è quella Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’evento è il seminario dal titolo “Ridurre le diseguaglianze, valorizzare le diversità”, promosso dall’Agenzia della Coesione e il Forum Disuguaglianze e diversità.
 
Una giornata dedicata alla riflessione su strategie integrate che siano in grado di toccare tutte le dimensioni di vita dei cittadini, permettendogli di ritagliarsi uno spazio sempre più ampio di giustizia sociale e ambientale. Ed è così che, uno dopo l’altro, sono stati illustrati progetti, esperienze diverse ispirate da un’impostazione comune e“rivolte al superamento delle trappole di sottosviluppo e di esclusione sociale”: da Messina a Trieste, da Napoli a Milano, passando per l’area interna del “Basso Sangro Trigno”. Già, perché le disuguaglianze passano dalle città e passano per le aree interne, senza far distinzione geografica. 
 
Si parla quindi dell’area interna abruzzese, una delle cinque inerite nella Strategia nazionale per le aree interne: il Basso Sangro-Trigno. Tre vallate Trigno, Sangro, Aventino. Un po’ di numeri: 33 Comuni, 22mila abitanti, ogni Comune sotto le mille persone. Nelle aree interne abruzzesi più del 50% della popolazione è anziana; i plessi scolastici di media non hanno più di 39 alunni, moltissime le pluriclassi che non garantiscono istruzione ottimale. Data l’età avanzata, elevatissimo il numero di ricoveri; parallela una carenza di coordinamento degli operatori sociosanitari e di servizi. Mobilità: altro punto nodale che riguarda studenti, operai, anziani. 
 
Questo è il quadro del territorio presentato da Tamburrino, incipit alla presentazione della Strategia dell’area nell’ambito SNAI. Una strategia che poggia sulla realizzazione di un grande plesso scolastico all’avanguardia, “perché se una mamma - spiega l’ex sindaco - vede che suo figlio sta bene a scuola, non farà abbandonare quel territorio alla sua famiglia”; una strategia che parte dalle ostetriche e le infermiere di comunità; dal rilancio della mobilità e dallo sviluppo territoriale e del turismo. “SNAI ci ha insegnato a superare i campanilismi” ha aggiunto. “SNAI ci ha dato la possibilità di sperimentare qualcosa che non dovrebbe essere sperimentale; qualcosa che dovrebbe essere ordinario e non straordinario” e chiude: “SNAI rimarrà un progetto sperimentale? Nel 2021 i genitori torneranno a vedere chiusi i corsi pomeridiani e il TPL depotenziato, oppure potremo continuare a sperare?”. Dopo di lui, Giovanni Xilo - esperto Formez PA - si concentra invece sul tema dell’associazionismo, “prerequisito” della Strategia nazionale per le aree interne, e il superamento di quei campanilismi di cui prima parlava Tamburrino: “l’associazionismo - spiega Xilo - garantisce che i Comuni abbiano voce. Da soli i sindaci non riuscivano nemmeno a parlare con l’assessore provinciale: in questo modo riescono facilmente a ottenere l’attenzione dell’assessore regionale”. E anche oltre. 
 
“La partecipazione dell’Agenzia a questo seminario - spiega il direttore dell’Agenzia per la Coesione territoriale Antonio Caponetto - corrisponde alla condivisione del principio che persone e luoghi debbano essere messe al centro delle scelte di programmazione che non devono essere astratte. Nel campo delle aree urbane e delle aree interne, l’Agenzia per la coesione territoriale è partner attivo attraverso il PON Città metropolitane e attraverso la funzione di coordinamento degli accordi con cui è realizzata la Strategia delle Aree Interne.” 
 
A rispondere - seppur indirettamente - al capofila del Basso Sangro-Trigno, ci ha pensato il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano che, in chiusura di giornata, è tornato ad assicurare sulla sua volontà di “riprendere e rilanciare la Strategia nazionale per le aree interne”. Perché, spiega “il tema delle diseguaglianze ha fatto in tempo a diventare retorica, ma non è diventato politica”. E questo “non possiamo più permetterlo”. Ecco perché proseguire sul sentiero aperto dalla SNAI.