Entro il 2020 banda ultra larga per le zone a fallimento di mercato

In arrivo 573 mln di fondi Ue per garantire la connessione veloce a 7mila comuni italiani, anche quelli di aree interne

Presto le aree interne italiane avranno accesso alla banda ultra larga.  La Commissione europea ha infatti reso disponibili 573 milioni di fondi nell'ambito della politica di coesione per sostenere la diffusione della banda larga veloce in Italia, in particolare nelle zone a fallimento di mercato, le cosiddette “aree bianche” dove la mancanza di una massa critica di utenti, la struttura orografica e lo scarso sviluppo economico non garantiscono la remunerazione degli investimenti. Il progetto, che dovrà essere completato entro il 2020, interesserà oltre 7mila comuni, per un totale di 12,5 milioni di abitanti e circa 1 milione di imprese. Rientrano, dunque, in questa platea gran parte delle aree interne del Paese che coprono il 60% del territorio nazionale, il 23% della popolazione, il 53% dei comuni (oltre 4mila).
 
L’iniziativa rientra nel "Piano digitale italiano – banda ultralarga" finalizzato a garantire la connessione veloce all’85% delle famiglie italiane e per tutti gli edifici pubblici, in particolare scuole e ospedali. Un passo avanti in direzione del superamento del digital divide e, quindi di una maggiore inclusione sociale per quei cittadini che non hanno accesso a servizi, applicazioni e nuovi prodotti.  
 
La digitalizzazione è uno degli strumenti individuati dalla Strategia nazionale aree interne (SNAI) per ovviare alla carenza di infrastrutture materiali e dei servizi pubblici.  Le infrastrutture a banda larga veloce faciliteranno l’ammodernamento della pubblica amministrazione e l’erogazione di servizi di cittadinanza, la cui carenza è fra le cause principali dello spopolamento dei centri marginali. La maggior parte delle strategie delle 72 aree in cui si sperimenta la SNAI puntano sull’aumento dei servizi digitali per la gestione del territorio.