La Federazione aree interne per diffondere soluzioni innovative oltre il perimetro della SNAI

A Telese Terme i sindaci hanno raccontato le soluzioni messe in campo per garantire la salute ai cittadini dei territori fragili

SNAI laboratorio di soluzioni innovative da riutilizzare per dare risposte ai territori non solo delle aree interne. Questo il messaggio che riassume il seminario, il terzo in ordine di tempo, "Benessere, salute e servizi sociali per le comunità delle Aree Interne che si è svolto a Telese Terme, comune capofila dell’area campana Tammaro-Titerno. Le risorse, le competenze e gli sforzi profusi per attuare la Strategia nazionale aree interne (SNAI) danno dei risultati inaspettati che rappresentano un capitale di conoscenza – nei diversi campi affrontati primi fra tutti i pilastri della SNAI quali sanità, istruzione e mobilità – da mettere a disposizione di tutti. E la Federazione, rete in cui le buone pratiche vengono valutate e confrontate dalla comunità SNAI in un circolo virtuoso di riuso e adattamento ai propri contesti, può rappresentare un punto di riferimento nazionale. A Telese Terme si sono dati appuntamento referenti del Comitato tecnico aree interne (CTAI), dell’Agenzia per la Coesione, dei ministeri competenti, amministratori locali e operatori socio-sanitari. Dopo le relazioni introduttive, il seminario è stato articolato in tre sessioni parallele - Integrazione e i servizi socio-sanitari di cura per anziani e disabili; Il raccordo con le politiche ordinarie dei servizi di salute;  Riorganizzare il welfare locale stimolando la domanda di servizi socio-educativi, sostenendo l’empowerment di comunità -  i cui risultati sono stati riportati in una tavola rotonda conclusiva.
In apertura Roberto Laneri, del Ministero della Salute, ha parlato delle difficoltà di erogazione dei servizi sanitari nelle aree interne, caratterizzate da un tasso di invecchiamento crescente della popolazione, che rappresentano una possibile causa dello spopolamento. La mancanza di servizi sanitari territoriali determina un eccessivo ricorso all’ospedalizzazione, che va a sommarsi a tante altre criticità quali la difficoltà di reclutare il personale medico o la non adeguatezza, quando non assenza, dei servizi primari alle fasce più deboli. Le 29 aree, sulle 72 in cui si sperimenta la SNAI, che hanno chiuso la strategia hanno investito sulla sanità territoriale 58 milioni di euro, pari al 12,25% delle risorse complessive.  Le risposte degli amministratori delle aree progetto, in linea con gli indirizzi programmatici nazionali, hanno puntano all’”umanizzazione” del paziente e a interventi molto innovativi quali teleassistenza, farmacie di comunità, punti di salute, infermiere di famiglia e di comunità, come hanno raccontato gli amministratori locali presenti all’iniziativa. In due aree sono state sperimentati persino droni per consegnare farmaci ai pazienti.  In cima alla lista per risorse investite ci sono quelli di emergenza-urgenza.
 
Tra gli esempi di azioni portate avanti dalle aree interne da segnalare il “laboratorio della fragilità” raccontato dall’epidemiologo Pasquale Falasca, dell’area interna abruzzese Basso Sangro-Trigno. Si tratta di un modello centrato sulla persona fragile e integrato con la componente socio-sanitaria, partendo dal presupposto che la presenza o l’assenza di salute è determinata anche dalle disuguaglianze in termini non solo economici.  Attenzione alla persona che non scatta solo in caso di malattia, ma che passa attraverso il welfare come ha ricordato Giulia Maffioli, esperta SNAI.
Francesco Monaco dell’ANCI, ha sottolineato come una delle cause delle gravi carenze in termini socio-sanitari di cui soffrono i territori marginali è dovuta al fatto che gli ambiti territoriali sociali spesso rappresentino perimetrazioni puramente amministrative che non coincidono con i confini delle aree interne individuati, al contrario, sulla base delle caratteristiche e i fabbisogni dei territori e questo, sul fronte del welfare, rappresenta un problema. La gestione associata dei servizi sociali attraverso gli ambiti è debole, non funziona per questioni di carente capacità amministrative e scarse competenze, fattori che ostacolano la programmazione dei servizi sociali nelle aree interne. Il seminario ha fatto emergere la necessità che le due strutture si parlino e interagiscano più attivamente.
“Dopo 4 anni di intenso lavoro con i territori possiamo dire che noi stiamo già innovando” ha detto Sabrina Lucatelli, coordinatrice del CTAI in conclusione del seminario facendo sua la definizione di SNAI come laboratorio di soluzioni innovative che ora però, ha esortato la Lucatelli, devono diventare strutturali. Rivolgendosi ai sindaci presenti ha ricordato come la Federazione rappresenti per loro una grande occasione, uno strumento a loro disposizione per crescere. Per la coordinatrice del CTAI è giunto il momento per i sindaci di farsi avanti, di fare proposte per il programma di questa rete perché” la Federazione non deve essere solo un luogo di apprendimento e pratiche. La fase successiva è rendere la progettualità operativa sui territori”.