Impegni anticrisi delle Regioni: non solo cassa integrazione

Ricette regionali anticrisi oltre agli ammortizzatori sociali. Nei piani predisposti dalle amministrazioni in questi mesi di crisi galoppante trovano spazio diverse misure di politica attiva che vanno ad aggiungersi agli interventi per la cassa integrazione e la mobilità.

Ricette regionali anticrisi oltre agli ammortizzatori sociali. Nei piani predisposti dalle amministrazioni in questi mesi di crisi galoppante trovano spazio diverse misure di politica attiva che vanno ad aggiungersi agli interventi per la cassa integrazione e la mobilità.

Ultimo in ordine di tempo il piano “Campania al lavoro!” con il quale la Campania ha previsto un finanziamento di circa 600 milioni di euro e il coinvolgimento di oltre 57 mila persone tra giovani, donne e disoccupati ed inoccupati di lungo periodo (compresi i lavoratori espulsi dal sistema produttivo). Ai giovani, cui è destinato circa il 40% delle risorse impegnate, sono rivolti, fra l’altro, gli incentivi per l’apprendistato, per l’inserimento lavorativo attraverso attività di formazione in azienda e per dottorati e percorsi di alta formazione all’interno delle imprese. Complessivamente il piano varato dalla giunta campana attribuisce maggiore spazio alle Province attraverso il Masterplan dei servizi per l’impiego, una governance multilivello nella quale la Regione assume le proprie funzioni di programmazione e controllo e dismette quelle gestionali assegnandole ai livelli più prossimi ai cittadini. Tutte le misure individuate dal piano prevedono la semplificazione delle procedure burocratiche e l’accelerazione dei meccanismi di attuazione.

Interventi di politica attiva, ma anche misure in grado di far fronte a difficoltà economiche contingenti, rappresentano la spina dorsale del Programma anticrisi che la Regione Friuli Venezia Giulia ha varato per contrastare gli effetti della crisi occupazionale. Le azioni finanziate dall’amministrazione friulana, che vanno ad integrarsi con quelle finanziate da piani nazionali, sono indirizzate al sostegno delle categorie di lavoratori maggiormente esposte agli effetti della crisi, mentre altre misure prevedono incentivi alle imprese per l’assunzione di lavoratori licenziati o precari.

Impegni concreti anche sul fronte del lavoro sommerso. L’Accordo di Programma per la realizzazione di un intervento sperimentale, in ambito P.O.N. (Programma operativo nazionale) “Governance e azioni di sistema” 2007-2013, in materia di politica attive del lavoro finalizzato alla prevenzione del lavoro sommerso firmato lo scorso 14 ottobre dal ministero del Lavoro e le Regioni  Puglia, Sicilia,  Calabria e  Campania, stanzia cinque milioni di euro per interventi formativi a favore di circa 3.000 disoccupati, prevalentemente extracomunitari, nei settori dell’agricoltura, dell’edilizia, dei servizi alla persona e del turismo.

Fonte: sito Italia Lavoro