Borghi rurali che creano nuove opportunità di crescita e sviluppo rafforzando i loro punti di forza grazie alle nuove tecnologie e a una migliore applicazione delle conoscenze, a tutto vantaggio di cittadini e imprese. Questo l’obiettivo del Piano di azione per gli “Smart villages” lanciato dalla Commissione europea a sostegno delle aree rurali. Si tratta di un concetto emergente nell’ambito dei processi decisionali dell’Ue che punta a garantire l’accesso ai servizi di base, all’applicazione dell’economia circolare, alla risoluzione dei problemi ambientali e alla valorizzazione dei prodotti locali attraverso le TIC. Il tutto coinvolgendo cittadini e portatori di interesse, sulla base dei fabbisogni dei territori. Allo sviluppo degli “borghi intelligenti” concorreranno diverse policy europee, come quella relativa allo sviluppo rurale, la politica di coesione, nonché bandi nell’ambito dei programmi Horizon 2020 e Connecting Europe Facility (Cef), in un’ottica di integrazione dei fondi Ue. La nuova strategia è basata su sedici iniziative con seminari, conferenze e progetti pilota. Fra gli strumenti a disposizione dei futuri “borghi intelligenti” italiani c’è la Strategia Nazionale per le aree interne (SNAI) che punta ad invertire lo spopolamento dei centri minori del paese, molti dei quali rappresentati da borghi rurali, attraverso la riqualificazione delle risorse esistenti, il rafforzamento dei servizi pubblici, un nuovo rapporto tra cittadini e amministrazioni con una forte attenzione alla digitalizzazione.
Lanciato un Piano d’azione Ue per “borghi intelligenti”
Il programma europeo “Smart villages” potrà avvalersi in Italia anche della Strategia Nazionale
per le Aree Interne
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