Favorire le unioni comunali. Questo l’obiettivo del nuovo Piano di riordino territoriale della Regione Emilia Romagna che a tal fine stanzierà 9,2 milioni di euro, cui dovranno aggiungersi ulteriori risorse statali, nella convinzione che si tratti delle forme associative più efficaci per l’integrazione funzionale di piccoli e grandi comuni finalizzata alla programmazione di interventi pubblici e per la gestione intercomunale. Attualmente in Emilia Romagna sono attive 44 Unioni, di cui 7 nelle 4 aree interne regionali in cui si sperimenta la Strategia nazionale aree interne (SNAI) che prevede, fra i requisiti di accesso, la costruzione e rafforzamento dei sistemi di gestione associata dei servizi essenziali. In tutte le 4 aree le unioni comunali rappresentano le uniche forme associative adottate.
Il nuovo Piano, che coprirà il triennio 2018-2020, aggiornerà i criteri premiali in vigore basati su dati oggettivi, quali popolazione ed estensione, a favore di nuovi parametri che prendano in considerazione il grado di sviluppo dell’Unione, le criticità e la complessità amministrativa. Per quelle in via di sviluppo previsto un sistema di incentivi fondato su criteri volti al miglioramento delle competenze per lo svolgimento delle funzioni conferite; per quelle in difficoltà verrà invece definito uno specifico percorso tecnico e amministrativo di supporto.
Comunicato Regione Emilia Romagna
L’Emilia Romagna aumenta i contributi per le unioni comunali
Nel Programma di riordino territoriale 2018-2020 risorse per 9,2 mln di euro e nuovi criteri premiali
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