Negli ultimi quindici anni, in Italia, il tema della programmazione dei servizi per il lavoro dopo le riforme per la loro liberalizzazione, ruota intorno ai temi degli ammortizzatori sociali e del welfare. Il sistema attuale, nonostante gli sforzi compiuti con l’Accordo Stato-Regione del 2009 e del 2011, appare ancora scarsamente coordinato in quanto caratterizzato da numerosi istituti e misure di sostegno che risentono dell’emergenza dettata dalla crisi.
Le presenti Linee Guida, oltre ad una ricostruzione puntuale del quadro normativo di riferimento e delle azioni messe in atto nell’ultimo biennio dalle quattro Regioni Convergenza, contengono una indicazione dei principi “guida” che le Regioni dovrebbero adottare per il conseguimento degli obiettivi di crescita e di incremento dell’occupazione fissati a livello comunitario e nazionale.
Viene in primo luogo evidenziata la necessità di un’azione di coordinamento per mobilitare i fondi esistenti, velocizzare e semplificare le procedure e promuovere nuovi investimenti per l’innovazione e l’incremento di produttività. In tale ottica, viene ribadito il metodo del coordinamento aperto che nel nostro Paese potrebbe venire efficacemente esteso alla governance nazionale, per una più funzionale cooperazione tra amministrazioni centrali e decentrate, e alla governance locale, per favorire l’apporto di tutti i soggetti coinvolti nell’ambito delle politiche per il lavoro. L’ultima sezione delle Linee Guida propone un set di strumenti e politiche che potrebbero essere attivate dalle Regioni nell’ambito di più ampi piani d’azione. L’enfasi è posta su interventi finalizzati alla promozione dell’occupabilità, attraverso l’effettiva adozione di politiche attive del lavoro e di misure che supportino la transizione dell’individuo nei momenti più significativi della propria vita lavorativa.
Le Linee Guida vogliono rappresentare uno strumento operativo a supporto dei diversi operatori impegnati nella definizione e attuazione di politiche per l’occupazione al fine della costruzione di una visione strategica di medio-lungo periodo. Quest’ultima dovrebbe essere in grado di anticipare i cambiamenti nei sistemi territoriali di riferimento e nel contesto globale, consentendo di pianificare in maniera organica e funzionale gli interventi per proteggere e riqualificare la manodopera, garantire nuove opportunità occupazionali e per sostenere le imprese più efficienti o strategiche favorendo in tal modo la ristrutturazione e il rafforzamento del tessuto produttivo locale.
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