La ministra Lezzi richiama il coraggio dei sindaci delle aree interne

In occasione della presentazione di un libro, la responsabile del dicastero per il Sud ha apprezzato il lavoro dei 1077 sindaci coinvolti nella SNAI e si è impegnata a dare risposte i cittadini delle aree marginali del Paese

“Questo è un esperimento in cui si esercita la pratica democratica”. Lo ha detto riferendosi alla Strategia nazionale per le aree interne (SNAI) la ministra per il Sud e la Coesione territoriale Barbara Lezzi che a poco più di un mese ha di nuovo incontrato i sindaci delle aree interne, ascoltato le loro storie e raccolto le loro istanze. L’occasione è stata la presentazione del libro “La voce dei Sindaci dei Comuni delle “Aree Interne” - Problemi e prospettive della Strategia nazionale” scritto da Sabrina Lucatelli del Comitato tecnico aree interne (CTAI) e da Francesco Monaco responsabile Area politiche di coesione dell’ANCI. La ministra, anche questa volta, ha ribadito il suo impegno a dare risposte a quel 20% della popolazione che vive nei centri minori del Paese e ha riferito che ha già condiviso questa sua volontà con i colleghi di governo affinché la Strategia possa procedere in maniera spedita ed efficace, senza lungaggini burocratiche. La responsabile del dicastero per il Sud ha anche riconosciuto il valore dei sindaci che portano avanti la Strategia nei loro territori con coraggio, superando appartenenze politiche, campanilismi e dissidi personali, decidendo di lavorare insieme per il bene dei propri cittadini.
 
Matteo Bianchi, vicepresidente ANCI con delega per le aree interne, ha portato i saluti del presidente dell’Associazione dei comuni, Antonio Decaro. Per Bianchi sono due gli argomenti da portare sul tavolo della discussione per invertire il trend dello spopolamento e dare l’opportunità di mantenere le realtà produttive di questi territori: la fiscalità e la connettività. “Tutto il sistema Italia credo debba far presente sui consessi europei – ha affermato Bianchi - che tanto è stato fatto sul tema delle aree metropolitane con l’Agenda europea, tanto deve essere ancora fatto per le aree interne e rurali a livello europeo, che sono una nostra peculiarità”
 
Sabrina Lucatelli del CTAI ha sottolineato l’importanza di intervistare 14 sindaci molto impegnati sui loro territori, che non hanno risparmiato critiche alla Strategia. “Ho desiderato molto questo libro – ha detto la Lucatelli – perché lo reputo una tappa del lavoro culturale che stiamo facendo”. La coordinatrice del CTAI ha illustrato lo stato di attuazione della SNAI: 68 aree attivate, e nei prossimi giorni avvio del percorso nelle ultime 4; 30 strategie chiuse – 31 con quella del Reventino Savuto in dirittura di arrivo - e 15 in attuazione con la sottoscrizione dell’Accordo di programma quadro. Sono 29 quelle che hanno soddisfatto il requisito associativo, aree che si stanno impegnando per associare funzioni fondamentali.  E si cominciano a vedere già i primi risultati dell’intensa attività svolta da sindaci e tecnici. “Il lavoro più grande che stiamo facendo – ha affermato la Lucatelli – è investire su associazioni di comuni, stiamo accompagnando i territori a diventare sistemi comunali permanenti”.
 
Francesco Monaco, coautore del libro, è tornato sul tema dell’associazionismo ricordando come i 1077 comuni che partecipano alla SNAI stanno lavorando sulle gestioni associate mettendo insieme ciò che è possibile associare. “Questo libro – ha detto Monaco – serve per quelle aree che stanno definendo le strategie o concludere gli accordi per avere il quadro di quello che è stato fatto, errori compresi”.
 
Il libro ha preso vita attraverso le parole di 5 sindaci che hanno raccontato direttamente le loro esperienze.  Tutti molto motivati e propositivi, come ha notato anche la ministra Lezzi, anche se non hanno nascosto gli ostacoli e le difficoltà incontrate. Come Maria Antonietta Di Gaspare, prima cittadina di Borbona, comune dell’area interna laziale “Monti Reatini”, colpita dal terremoto. La sindaca ha raccontato il dolore di quei momenti che hanno però aperto la strada a un nuovo futuro fatto di solidarietà. “Al governo chiedo – ha detto la sindaca rivolgendosi alla Lezzi – finanziate i nostri sogni”. “La SNAI è stata un’esperienza importante che ci ha aiutato a crescere – ha detto Enrico Bini, fascia tricolore di Castelnovo ne’ Monti, area Appennino Emiliano. E ancora Maria Antonietta Cella, sindaco di Santo Stefano d’Aveto dell’area ligure Valli dell’Antola e del Tigullo, che ha parlato di come lo spopolamento continui a sottrarre cittadini al suo comune di soli 500 abitanti. Il primo cittadino di Capocotta, area Alto Medio Sannio, Candido Paglione ha invece fatto l’elogio della marginalità “che potrebbe diventare una leva dello sviluppo perché consente di avere un territorio ben conservato e un ambiente pulito”, valori da certificare e da compensare con una fiscalità di vantaggio per queste aree. Giancarlo Guercio, sindaco di Buonabitacolo, Vallo di Diano, ha raccontato la storia di 15 sindaci che per la prima volta sono riusciti ad accordarsi per una prospettiva futura mettendo al centro della loro strategia i giovani che sono stai coivolti fin dall’inizio nella sua elaborazione.
 
All’iniziativa ha partecipato anche Fabrizio Barca, fra i promotori della SNAI, a cui ha riconosciuto prima di tutto la diffusione della pratica della condivisione , la capacità di ricostruire la fiducia nello stare insieme delle aree tra loro e con il centro, anche regionale.  Soprattutto ha affermato con sicurezza che malgrado ostacoli, errori, tempi troppo lunghi e critiche i fatti hanno dato ragione a chi nella SNAI ci ha creduto: “avevamo ragione noi”.
 
Tavola rotonda finale con la ministra Lezzi, Bianchi e Guido Castelli, presidente IFEL e sindaco di Ascoli Piceno. Castelli ha sottolineato la necessità di considerare le aree interne non solo come zone marginali, di “biodiversità urbana” e per questo da salvaguardare come “specie rare”, ma parte di sistemi territoriali che possono contribuire allo sviluppo del nostro Paese.