“Ogni volta che chiudiamo un incontro di monitoraggio ci rendiamo conto di quanto sia importante questo momento di confronto arricchito dalla partecipazione dell’Agenzia per la Coesione territoriale, del Comitato tecnico per le aree interne e del Dipartimento per la Coesione perché consente una visione completa per eventuali supporti all’area”. Lo ha detto Clelia Fusco in chiusura dell’incontro con l’area pilota siciliana Madonie, il quinto in ordine di tempo, per la verifica dell’operatività del requisito associativo e del modello di governance adottato dai comuni per l’attuazione della Strategia nazionale per le aree interne (SNAI).
Un’iniziativa realizzata nell’ambito del progetto del DFP “La strategia nazionale per le aree interne e i nuovi assetti istituzionali” attuato da Formez PA, di cui la Fusco è responsabile, che punta a seguire le aree in attuazione, dopo la sottoscrizione degli Accordi di programma quadro (APQ), per individuare e correggere eventuali problemi ma anche per far emergere modelli organizzativi positivi a cui ispirarsi per le nuove aree che amplieranno la platea della SNAI nel prossimo ciclo di programmazione.
E sicuramente quello del comprensorio siciliano esaminato è un buon esempio di associazionismo che, come è stato più volte ripetuto nel corso della riunione, interpreta appieno lo spirito della Strategia. “Ci troviamo di fronte a un caso di successo – ha affermato Francesco Monaco, coordinatore del Comitato tecnico aree interne (CTAI) – si è partiti da una situazione di estrema frammentazione e si è arrivati con SNAI a una governance, che malgrado tutte le difficoltà, funziona e rappresenta per noi un motivo di grande soddisfazione”. L’area, 21 comuni della provincia di Palermo, ha infatti operato un importante riordino territoriale. Dalle sei Unioni di comuni esistenti si è passati a due, tra loro in convenzione. L’Unione dei Comuni delle Madonie in particolare, inizialmente formata da 16 comuni, ne ha ora 17 e presto se ne aggiungerà ancora un altro. Un modello di governo portato avanti con grandi sacrifici anche dal punto di vista finanziario poiché la normativa regionale non prevede la costituzione di nuove unioni; si è proceduto all’ampliamento di una già attiva ma con “costi storici” cioè parametrati sulle dimensioni originarie. Così come scarse sono le risorse umane dedicate, compensate grazie all’apporto volontario del personale dei singoli comuni. “Abbiamo avuto la maturità di mettere da parte i protagonismi - ha detto il sindaco del comune capofila di Gangi, Francesco Migliazzo - e di fare un passo indietro ciascuno per farne 100 tutti insieme e questa è stata l’arma vincente”. Concetto ribadito dal presidente dell’Unione Madonie Pietro Macaluso, che ha anche spiegato il modello di governo basato sulla conferenza programmatica permanente, a cui partecipano non solo i sindaci dell’Unione ma anche i presidenti dei consigli comunali, attraverso cui vengono condivise le scelte e dove tutti hanno lo stesso peso, dall’ente più grande al più piccolo .”L’Unione sta funzionando – ha detto Alessandro Ficile dell’Assistenza tecnica dell’area – perché non è solo il soggetto coordinatore della Strategia, ma ha recuperato confluenze con una serie di operatori che funzionano sul territorio e ha amplificato le capacità di tenuta di un sistema istituzionale che grazie alla SNAI ha avuto una notevole accelerazione”. Tra servizi associati l’Ufficio unico, la Centrale unica di committenza, l’organizzazione e gestione dei servizi scolastici, la programmazione e il coordinamento delle politiche giovanili e del turismo, la gestione dei servizi sanitari e il trasporto pubblico locale.
Sul fronte attuativo si registrano ritardi. L’area ha sottoscritto l’APQ nel 2018 e il valore complessivo dei 23 interventi compresi nella strategia è pari a 37,1 milioni di euro. Il rallentamento, in alcuni casi è da imputare, per gli amministratori, ai tempi eccessivi della burocrazia regionale. Tra quelli in via di attuazione la suite applicativa per la digitalizzazione della PA che permette di realizzare servizi più semplici ed efficaci per cittadini e imprese, nonché per rafforzare il coordinamento intercomunale. A conclusione dell’incontro si è concordato di partire dall’APQ per individuare le modalità atte a superare le criticità emerse.
Monaco (CTAI): “Madonie, caso di successo per l’associazionismo”
Il comprensorio siciliano protagonista del nuovo incontro per verificare il funzionamento delle gestioni associate e del modello organizzativo per l’attuazione della SNAI
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