Giovani, competenti e pronti a dire la propria sul futuro dei territori in cui sono nati e intendono restare. E’ questo l’identikit dei tanti ragazzi che hanno aderito all’Officina sperimentale Rete dei giovani delle aree interne, un’iniziativa finanziata dal progetto Officine Coesione a supporto del Comitato Tecnico Aree Interne (CTAI) per stimolare l’elaborazione di nuove policy per lo sviluppo delle zone marginali del Paese a partire dalla prospettiva di quei cittadini spesso costretti ad abbandonarle a favore di istruzione e occupazione di qualità.
Dopo la raccolta delle adesioni che ha raggiunto quota 400 tra singoli e associazioni, si parte con la fase operativa. Avviata la consultazione pubblica su un documento con proposte e richieste redatto da un gruppo di giovani provenienti dalle aree interne di Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Sardegna e Sicilia con il supporto del team di Officine Coesione.
Quali sono i pilastri su cui si fonda la Rete? In primo luogo chiedono di essere annoverati tra gli interlocutori per la costruzione delle policy dei loro territori; la messa a fuoco delle priorità per valorizzare capitale umano giovanile di pari passo a quello territoriale e, infine svolgere una funzione di osservatorio civico giovanile sull’attuazione della Strategia per le aree interne.
Gli iscritti, tutti under 40, potranno apportare modifiche e integrazioni al documento “driver” che saranno sottoposte successivamente al vaglio di tre tavoli tematici per arrivare infine a una proposta condivisa da presentare alla ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna e al prossimo Forum nazionale per le aree interne.
Partono i lavori della Rete dei giovani delle Aree interne per costruire il futuro
Al via la consultazione pubblica su un documento da condividere e integrare per arrivare a una proposta condivisa da presentare alla ministra Carfagna
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