E’stata pubblicata la Relazione annuale sulla strategia nazionale per le aree interne presentata lo scorso dicembre al Cipe dal Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti. Il report ripercorre le attività svolte dal Comitato tecnico aree interne, le Regioni e le oltre mille amministrazioni locali coinvolte nella SNAI, tra luglio 2015 e dicembre 2016. In questo lasso di tempo è stata completata la selezione delle aree, passate dalle iniziali 55 a 68. Si tratta di 1.043 comuni, pari al 24,9% di tutti quelli classificati come “aree interne” e al 12,9% di quelli italiani, in cui risiedono oltre 2mila abitanti (3,4% della popolazione nazionale). Vengono illustrati gli avanzamenti delle diverse aree in termini di costruzione delle strategie d’area. Entro dicembre 2016 ne sono state approvate 5, mentre per 19 sono stati chiusi i preliminari di strategia. Presentati anche i primi orientamenti di intervento delle singole aree per migliorare l’erogazione dei servizi di cittadinanza (salute, educazione, mobilità), le risorse finanziarie attribuite alla Snai; le motivazioni alla base della scelta di utilizzare l’Accordo di Programma Quadro come strumento attuativo; i canali di comunicazione della Strategia.
Un focus è dedicato al tema dell’associazionismo intercomunale, allo stesso tempo prerequisito per poter partecipare alla Strategia ma anche elemento essenziale per l’attuazione di una nuova politica del territorio. Per accompagnare i comuni nel percorso di superamento di una visione politica legata ai confini territoriali è stato attivato un progetto a titolarità del Dipartimento della funzione pubblica “La Strategia Nazionale per le aree interne e i nuovi assetti istituzionali” attuato da FORMEZ PA. L’iniziativa ha l’obiettivo di supportare i comuni nell’organizzazione dei servizi sul territorio, individuando le forme di gestione associata più rispondenti alle caratteristiche delle aree di cui fanno parte. La relazione attesta l’avvio del processo con la realizzazione di sistemi intercomunali permanenti, diversificati sulla base delle esigenze e delle istanze locali. In molti casi, grazie alla SNAI, sono state consolidate esperienze di integrazione già esistenti, come nel caso delle Unioni dei Comuni; in altri, invece, l’associazionismo si è tradotto in convenzioni con integrazione solo di alcune funzioni e servizi.
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