Rapporto Svimez 2020: focus sull’economia e la società del Mezzogiorno

Torna l’annuale appuntamento con l’analisi sullo stato dello sviluppo del mezzogiorno e il focus sulle politiche di coesione

 
In un anno in cui la società e l’economia italiane sono attraversate dalla più grave crisi della storia repubblicana, la presentazione del Rapporto SVIMEZ 2020 avviene in un periodo in cui il Paese si trova di fronte all’occasione irripetibile di avviare la sua ricostruzione, coniugando crescita nazionale e coesione territoriale, con la possibilità di gestire la transizione al "dopo" orientando i processi economici verso una maggiore sostenibilità intergenerazionale, ambientale e sociale.
 
Il Rapporto fornisce un quadro completo sullo stato di avanzamento del ciclo di programmazione 2014-2020 che si completerà il 31 dicembre 2023. L’attuale dotazione complessiva dei Programmi del ciclo 2014-2020 vale oltre 50 miliardi, due terzi dei quali sono destinati alle regioni del Mezzogiorno, sia meno sviluppate sia in transizione.
 
Tutti i Programmi Operativi hanno raggiunto le soglie minime di spesa previste al 31 dicembre 2019. Nonostante il raggiungimento del target finanziario, la situazione di avanzamento della spesa a fine 2019 era molto insoddisfacente: nelle regioni del Mezzogiorno era pari a circa il 26%, nel Centro-Nord circa il 32%, dove permangono limiti qualitativi dovuti alla frammentazione degli interventi e alla debolezza strategica delle azioni.
 
Il Rapporto nota che c’è stato un miglioramento dell’avanzamento finanziario dei Programmi per il 2020. Tra fine febbraio e fine agosto 2020, risulta una crescita degli impegni dal 60,5 al 69,2% e dei pagamenti dal 31,7 al 39,2% del totale della spesa programmata, per un valore di oltre 3 miliardi. Resta, però, una forte disomogeneità̀ tra Programmi. In termini di pagamenti a valere sul FESR appaiono in maggiore ritardo i POR delle Marche, dell’Abruzzo, della Calabria, sul FSE invece appaiono particolarmente in ritardo i programmi di Sicilia, Campania e Abruzzo. I limiti dell’attuazione investono, oltre alle Regioni, anche molte Amministrazioni centrali. In termini di pagamenti sul totale della spesa programmata il PON Legalità̀ è fermo ad agosto 2020 al 18,1%, mentre il PON Inclusione alla stessa data è fermo al 16,2%.
 
Sul fronte dell’analisi riguardante le politiche di coesione, il Rapporto evidenzia come l’emergenza Covid abbia mutato significativamente il quadro di regole. Molte delle modifiche intervenute vanno nella direzione della semplificazione, da tempo avanzata dagli Stati ma finora difficile da ottenere dalla Commissione europea come, ad esempio, la maggiore flessibilità per indirizzare le risorse verso le effettive necessità, la rottura di rigidi vincoli di destinazione tematica, la riduzione degli oneri di controllo.
 
Il nuovo quadro normativo ha però riportato l’attenzione anche sulla possibilità di assicurare rapidità nei meccanismi di spesa, sia per consentire un afflusso tempestivo ed un veloce impiego di risorse sui territori, sia per accelerare la chiusura finanziaria del ciclo 2014-2020 in modo, tra l’altro, di concentrare le risorse umane e professionali sul futuro e impegnativo ciclo di investimenti per il periodo 2021-2027. La risposta italiana al nuovo quadro di regole, con l’operazione di riprogrammazione per un valore complessivo di circa 11 miliardi, ha declinato le opportunità europee con l’obiettivo, oltre che di destinare risorse all’emergenza, di rispondere ai «vincoli» nazionali (limitata capacità di spesa, risorse libere da impegni e target di spesa impegnativi, opportunità di alleggerire la finanza nazionale dal peso dell’emergenza), intervenendo mediante una strategia unitaria, «governata» nell’indirizzo politico e regolamentata dalla norma, e attenta a tutelare la programmazione iniziale degli interventi di sviluppo. La riprogrammazione ha permesso di far fronte all’emergenza senza determinare, contrariamente a quanto avvenuto nella passata crisi (con l’utilizzo anche al Nord dei fondi della coesione nazionale), alcuna sottrazione di risorse ai beneficiari né ai territori inizialmente identificati e finanziando interventi per far fronte all’emergenza sanitaria, economica e sociale.
 
L’attività di riprogrammazione, inoltre, è stato il primo banco di prova per una sperimentazione sul campo del nuovo metodo indicato nel Piano Sud che prevede l’esercizio di una incisiva funzione di coordinamento e di indirizzo strategico dal centro. Per i POR gli indirizzi nazionali hanno indicato in cinque ambiti − emergenza sanitaria, istruzione e formazione, attività economiche, lavoro e interventi per il sociale – le destinazioni prioritarie delle risorse riprogrammate. A livello di PON la maggior parte delle risorse riprogrammate è stata destinata a interventi per il sostegno delle attività economiche (circa il 34% del totale), tra cui 1,480 miliardi di euro del PON "Imprese e Competitività" e 279,30 milioni del PON «"nfrastrutture e Reti" indirizzati in favore degli interventi del Fondo centrale di garanzia per le PMI. Una quota significativa e pari a circa il 26% del totale è andata a finanziare spese per l’emergenza sanitaria riguardanti personale e strumentazione sanitaria. Tra le altre attività oltre 300 milioni sono stati destinati ad un piano per la didattica a distanza, attraverso l’acquisto di attrezzature e infrastrutture e alla formazione del personale docente e non docente.
 
La sfida, secondo la SVIMEZ, è quella di portare a sistema il rilancio degli investimenti pubblici e privati che si prevede di sostenere con l’iniziativa europea Next Generation Ue, con una politica ordinaria che troppo a lungo si è disimpegnata dal suo compito di perseguire l’obiettivo del riequilibrio territoriale, e con una politica di coesione europea e nazionale che nel nuovo ciclo di programmazione molto dovrà apprendere dai suoi limiti, a partire dai primi segnali positivi registrati in corso d’anno e dalle indicazioni strategiche contenute nel Piano Sud 2030.
 
Approfondimenti
La presentazione del Rapporto SVIMEZ 2020
Sintesi del Rapporto SVIMEZ 2020
Il comunicato stampa