I risultati degli incontri sull’attuazione SNAI

Il CTAI darà assistenza agli enti locali per rimuovere le criticità che rallentano l’iter della Strategia. Al vaglio nuove criteri per semplificare le procedure. Ferrara annuncia un comitato ad hoc per individuare nuove aree progetto

 
 
 
Il Comitato tecnico aree interne (CTAI) ha illustrato, venerdì 25 ottobre presso la sala monumentale di Largo Chigi, i risultati degli incontri tra Amministrazione centrale con Regioni e relative aree sull’attuazione della Strategia nazionale aree interne (SNAI). Il ciclo di riunioni tecniche era partito a luglio e terminato il 23 ottobre con l’obiettivo di velocizzare l’attuazione nelle aree individuando, nel confronto con gli enti locali, ostacoli e criticità nella costruzione delle strategie d’area o nella realizzazione degli interventi inseriti negli Accordi di programma quadro (APQ).
 
Un lavoro molto importante, come ha sottolineato il capo del Dipartimento delle Politiche di Coesione, Fernando Ferrara, necessario per efficientare l’intero processo amministrativo che va dall’elaborazione dei documenti strategici all’attuazione degli APQ e che fa registrare, in alcuni casi, uno scollamento tra le due fasi.
 
Semplificare, accelerare, rimuovere ostacoli, questi i leit motiv della giornata condivisi dalle Amministrazioni centrali che hanno offerto alle Regioni e alle aree piena disponibilità e assistenza per rimuovere le eventuali criticità, invitandole a fare uno sforzo comune verso l’attuazione anche in vista del grande rilancio delle aree interne annunciato dal ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, con raddoppio delle risorse a disposizione e dei territori coinvolti.
 
Attualmente, come ha ricordato Carla Cosentino dell’Agenzia per la coesione territoriale, i fondi destinati alle 72 aree che sperimentano la SNAI sono 281,18 milioni di euro. Le strategie approvate sono 44, anzi 45 perché nel corso dell’incontro è stata annunciata l’approvazione di quella della Valle Arroscia. Gli APQ sottoscritti sono 22, 4 sono con istruttoria in via di chiusura e 18 con istruttoria avviata. Tra le possibili soluzioni per dare una spinta all’attuazione l’Agenzia ha elencato l’individuazione dell’amministrazione capofila degli interventi a valere sulla Legge di Stabilità; il trasferimento delle risorse direttamente ai soggetti attuatori; l’ammissibilità delle spese di progettazione e assistenza tecnica; la condivisione di buone pratiche di governance.  
 
Attenzione particolare alle attività di monitoraggio degli interventi a cui viene riservata ancora poco interesse, come ha anche rilevato il rappresentante del MEF, al punto che è stato proposto di organizzare delle giornate formative specifiche.
 
Un ventaglio di “criteri di accelerazione” è stato avanzato da Daniela Labonia, Dirigente del Dipartimento per le Politiche di Coesione. Fra questi il passaggio diretto dalla bozza alla strategia d’area, l’alta definizione delle schede progetto nel documento strategico da inserire poi in APQ. Per le aree in ritardo, la Labonia proporrà di spostare il termine per la sottoscrizione degli APQ al 31 dicembre 2020.
 
Accelerare i tempi e superare i punti deboli del processo rappresenteranno, quindi, gli orientamenti delle attività dei prossimi mesi in cui, come annunciato da Ferrara, si costituirà anche un comitato ad hoc per individuare le nuove aree regionali a fronte delle ulteriori risorse stanziate con la Legge di Bilancio 2020.