Sotto la trasparenza, niente? Se ne è parlato in un incontro FERPI Lazio

Dalla legge 241/90 fino alla più recente legge n.33 del 2013 la trasparenza è un obbligo, un diritto-dovere in ogni attività delle amministrazioni pubbliche, chiamate a dare conto all’opinione pubblica a tutti i livelli. Ma fino a che punto? A livello di principio, il decreto Brunetta (D.lgl.150 del 2009) ha affermato il diritto all’accessibilità totale per i cittadini. Per i dirigenti e per i responsabili della trasparenza è diventato un adempimento aggiuntivo, ma per i cittadini è cambiato qualcosa?
 
Della trasparenza e dei suoi nessi solo apparentemente scontati con le attività di comunicazione, si è parlato a Roma il 19 giugno in un incontro del ciclo Microfoni Spenti dal titolo “Sotto la trasparenza, niente”, organizzato da FERPI Lazio.
 
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Hanno partecipato, tra gli altri, Ernesto Belisario (Avvocato, Osservatorio per l’Open Government), Marco Barbieri (Direttore Ufficio stampa e Comunicazione Inps), Piercarlo Sommo (Segretario generale dell’Associazione della Comunicazione pubblica e istituzionale) e Sergio Talamo (Direttore Area Comunicazione e Servizi al cittadino Formez PA e Responsabile Linea Amica.

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Dal confronto è emerso come, nonostante la crescita esponenziale di norme e circolari in materia, sia il linguaggio degli atti amministrativi che il loro effettivo reperimento, risultano ancora troppo complicati e non aiutano i cittadini a percepire la Pubblica Amministrazione come più aperta e trasparente.

Inoltre, le norme impongono indistintamente lo stesso rispetto della tempistica e degli “adempimenti standard” a ogni amministrazione, dal Comune più piccolo all’ente più grande, non considerando il differente livello di complessità organizzativa e gestionale con cui ciascun Responsabile della Trasparenza deve confrontarsi.

Per di più, la competenza specifica del comunicatore pubblico, sembra ancora un optional, non richiesto, né per assolvere alla funzione di Responsabile della Trasparenza, né per la valutazione preventiva di ciò e in che modo è necessario comunicare per rafforzare la relazione tra istituzioni e cittadini.

Sergio Talamo, insistendo sul fatto che la comunicazione pubblica e la trasparenza devono essere tarate sul destinatario finale, cioè il cittadino, ha descritto l’esperienza del contact center multicanale della PA italiana Linea Amica come best practice di servizio al cittadino.

Durante l'incontro sono state diffuse alcune delle ultime ricerche realizzate dal gruppo di lavoro di Linea Amica e finalizzate a rilevare, non solo lo stato di salute del dialogo tra cittadino e Pubblica Amministrazione, ma anche gli standard di qualità dei servizi offerti dalla P.A.: "Monitor 2013", "Rapporto cittadini - nuovo CAD", "I numeri verdi della P.A. italiana".