Turismo, le aree interne fra le mete preferite

Il Rapporto ISTAT 2019 riporta un aumento dei flussi turistici nelle “aree periferiche” del Paese

 
Turismo e aree interne. Un binomio vincente a leggere i dati dell’ultimo Rapporto annuale dell’ISTAT che riporta un aumento dei flussi turistici proprio nelle aree marginali del Paese. Sono stati 428 milioni i turisti in Italia nel 2018 (l’1,8% in più rispetto all’anno precedente) e di questi, oltre un quinto ha visitato “i comuni geograficamente e/o logisticamente più isolati, periferici rispetto alle principali reti di comunicazione”. E’ uno dei settori con maggiore potenziale che, nel 2015, ha generato, a livello nazionale, il 6% del valore aggiunto dell’economia.
 
Secondo i dati del Rapporto 2019, i flussi turistici nei diversi comuni “interni” incidono maggiormente nelle regioni insulari (34,5 per cento del totale delle presenze turistiche della ripartizione), meridionali (32,4 per cento) e nel Nord-est (26,1 per cento).
 
Il comparto rappresenta un volano per la crescita di tutto il territorio nazionale e per le aree interne può costituire una leva per il loro sviluppo, l’occupazione e il benessere delle comunità locali. Salvaguardia ambientale e valorizzazione delle risorse di qualità dei territori ne rappresentano gli elementi fondamentali. Fattori individuati come prioritari dalla Strategia nazionale aree interne (SNAI) che promuove un turismo naturalistico e sostenibile affiancando alla valorizzazione del capitale naturale e culturale delle aree interne lo sviluppo di un sistema di conoscenze, capacità tecniche e specialistiche nella ricettività, nel commercio e ristorazione, nella promozione e comunicazione.